Luci e composizione nello spazio di un ambiente privato
PROGETTO: Meninno Architects + arch. Luigi Di Dato
COLLABORATORI: arch. Michele Marangon, arch. Federico Bullara
ARREDI ED ILLUMINAZIONE: Miculin Arredamenti, Alta Cucine, intraLighting
FOTO: Massimo Crivellari
VistaCASA N° 97
Un progetto di architettura d’interni che esalta il rapporto dell’esistente con il cuore verde della cittadina di Gradisca d’Isonzo e dona nuova dinamicità agli ambienti attraverso l’inserimento di elementi scultorei in grado di ricalibrare le relazione spaziali.
L’incontro tra arte e tecnica, che si fondono all’interno dell’intimo contesto di un’abitazione privata, costituisce il tema attorno al quale è stato costruito un progetto che adatta le richieste dei clienti ad una spazialità iniziale dalle geometrie molto particolari. La luce risulta essere l’elemento sul quale è stata costruita l’ossatura portante del progetto.
Sia essa naturale o artificiale, consente di articolare una narrazione degli spazi attraverso le diverse ore del giorno e lo scorrere delle stagioni. Il primo schizzo, un gesto scultoreo e fluido, è stato tradotto in un corpo lampada di oltre dodici metri di sviluppo nato dal connubio tra elementi industriali di serie e l’opera di un artigiano abituato ad affrontare tematiche legate anche al mondo dell’arte. Una cura, attraverso l’utilizzo di sottili lamine di ottone satinato assemblato grazie a preziosi dettagli, che ha permesso di cambiare radicalmente la percezione di oggetti altrimenti pensati per il mondo dell’ufficio e di creare un’opera unica nel suo genere.
Impreziosita dal rapporto tra il nero del corpo originario e le dorature delle lamine d’ottone, la luce che si viene a creare consente di dare risposta alle esigenze di uno spazio che accoglie diverse funzioni. Gli elementi lineari ed i corpi direzionali, interamente a led, valorizzano le differenze cromatiche generali ed esaltano la matericità del tavolo artigianale in ferro naturale,
il candore della madia in legno laccato oltre ad indirizzare lo sguardo verso le opere d’arte che arricchiscono l’abitazione, anch’esse frutto di una selezione mirata.
Sulla parete che dall’ingresso conduce fino alla zona del soggiorno e del salotto sono state eliminate le spigolature preesistenti attraverso l’utilizzo di lievi curve e tutte le aperture sono state in parte celate con l’impiego di porte a filo-muro. Il tutto è stato ulteriormente uniformato dall’utilizzo di un unico colore: in questo modo si viene a creare un vero e proprio abbraccio che guida le persone attraverso una percezione dinamica degli spazi. Un’accelerazione che ha il suo culmine nella vista protesa verso le chiome degli alberi del parco che fronteggia l’edificio e che dona alla residenza un punto di vista privilegiato sullo scorrere della sottostante vitalità urbana.
Dall’open space si accede a tre ambiti principali: le parti pregiate, agli estremi, sono state dedicate alla zona cucina e alla zona notte padronale mentre un nucleo centrale è stato dedicato ai servizi quali lavanderia, secondo bagno, stanza guardaroba principale. Questi ambienti sono stati in parte rimodulati ed adattati alle specifiche esigenze dei committenti.
La composizione della cucina enfatizza il rapporto tra le masse cromatiche in cui è stato scomposto il progetto di questa stanza: da un lato la seduta e la parete di fondo color carminio, dall’altro le linee essenziali del mobilio, tutto realizzato su misura. Il tema del convivio è stato declinato in maniera intima, volutamente minimale, attraverso un piccolo tavolo sospeso, in modo tale da ridurre al massimo gli elementi del progetto. L’approccio essenziale si rivolge anche all’illuminazione posta a soffitto, lo stesso elemento utilizzato per il soggiorno viene utilizzato in bianco, privo delle lamine dorate, in modo tale da porre qui l’accento sull’effetto luminoso più che sull’elemento che lo genera. La zona notte padronale è raccordata all’open space dall’utilizzo d’un caldo legno di rovere oliato che pervade ogni stanza fino a giungere al bagno. Anche in questa stanza ritroviamo la suddivisione per piani omogenei delle superfici: la parte iniziale in legno, la parte umida in ceramica venata e le pareti realizzate con tessere di mosaico. In tale ambito, sin dall’origine privo di finestre e segnato da angoli irregolari, si è cercato di far dimenticare la mancanza della luce naturale attraverso la realizzazione di un ambiente amniotico, molto luminoso e quasi astratto. Il tema della curva e delle superfici morbide vengono esaltate dall’artigianalità del mosaico in vetro in grado di riflettere ed impreziosire la luce artificiale generata da una pluralità di elementi tondi posti a soffitto secondo una distribuzione irregolare.
La camera padronale, infine, è frutto della combinazione di elementi sia su misura che di serie legati dalle cromie al resto del progetto. Una parete specchiata scorrevole cela un ulteriore piccolo spazio guardaroba ricavato in un angolo della stanza altrimenti difficilmente utilizzabile. Nell’insieme si è cercato di creare una gerarchia degli spazi attraverso elementi in grado di sopravvivere allo scorrere del tempo, la maggior parte realizzati su disegno e in collaborazione con artigiani appassionati, con una cura precisa per i dettagli e l’organizzazione di tutte le maestranze che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.
Un’idea forte in grado di donare carattere ad uno spazio principale inizialmente difficile ha permesso di sviluppare un progetto ricco e, allo stesso tempo, rigoroso nell’affrontare i singoli ambienti. Emerge la volontà di porre in luce il progetto architettonico degli interni, fatto di temi, relazioni e giusta misura tra gli elementi in modo tale da esaltare i volumi architettonici e donare al cliente un ambiente cucito su misura per sé stesso e per le sue esigenze, un luogo dove coltivare le proprie emozioni, nutrirsi della compagnia della famiglia, degli amici veri e godere di un punto privilegiato sullo scorrere della vita urbana.
Meninno Architects srl
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